L’ipermetropia

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L’ipermetropia è quella ametropia in cui il sistema diottrico presentando una carenza di potere, con accomodazione completamente rilassata, forma l’immagine di un oggetto posto all’infinito dietro il piano focale della retina.
Il termine deriva dal greco “hypèrmetropos” che significa infatti superiore alla misura.
Il soggetto ipermetrope non corretto compie costantemente uno sforzo accomodativo per mettere a fuoco sia gli oggetti all’infinito, sia gli oggetti a distanza finita (all’interno dei 6 metri); lo sforzo sarà proporzionale all’entità dell’ametropia.
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Sintomi e segni
Questo vizio refrattivo se di entità lieve può essere corretto agevolmente dal soggetto che presenta una sufficiente capacità accomodativa. Pertanto in giovane età spesso e volentieri non vi sono particolari sintomi. Con l’aumentare dell’età però tale capacità diminuisce fisiologicamente ed iniziano a presentarsi i primi problemi: astenopia e difficoltà nella focalizzazione da vicino; visione da lontano stabile o con presenza di astenopia. In generale ipermetropie di entità lieve inducono sintomi di tipo astenopico, mentre quelle elevate possono presentare anche difficoltà binoculari con presenza spesso di forie o di tropie.
L’ irritazione congiuntivale è comunemente associata all’ipermetropia. Le dimensioni oculari possono apparire minori del normale e l’occhio ipermetrope , presentando solitamente una camera anteriore ridotta, è predisposto al glaucoma ad angolo chiuso.

Insorgenza e progressione
La maggior parte dei neonati è ipermetrope ma, in seguito al processo di emmetropizzazione attraverso la crescita graduale del bulbo oculare, tale difetto refrattivo si riduce ed è presente solo nel 28% dei bambini tra i 5 e i 6 anni. La percentuale dei soggetti ipermetropi tra i 20 e i 40 anni non varia, ma aumenta leggermente oltre tale soglia. La progressione è modesta e limitata all’età giovanile.

Forme
La classificazione dipende dal rapporto tra ametropia ed accomodazione. Si distinguono le seguenti forme:
latente,che corrisponde alla parte di difetto refrattivo corretto dell’accomodazione;
manifesta, che si identifica con quella parte di ipermetropia non corretta dell’accomodazione;
facoltativa, che caratterizza quella parte di ipermetropia che può essere corretta dall’accomodazione poiché compresa nell’ampiezza accomodativa;
assoluta, che non può essere corretta dall’accomodazione poichè eccede l’ampiezza accomodativa.
La somma di ipermetropia letente e manifesta o di ipermetropia facoltativa ed assoluta viene definita ipermetropia totale.
Si distinguono tre gradi in funzione dell’entità:
leggera, fino a 3 Diottrie;
media, fino a 5 Diottrie;
elevata, oltre le 5 Diottrie.

Cause
L’ipermetropia può essere causata da una distanza ridotta tra piano retinico e sistema ottico (ipermetropia assiale); da un potere diottrico modesto (ipermetropia refrattiva); da uno spostamente del cristallino in direzione della retina (ipermetropia posizionale);

Forme particolari
Ipermetropia relativa. Si può presentare una condizione in cui, affinché la visione binoculare sia mantenuta, l’ipermetropia non può essere corretta dall’accomodazione. Tuttavia, sfruttando la convergenza accomodativa e causando uno strabismo in direzione eso (interno),la correzione diviene possibile temporaneamente.

L’uso dell’attività accomodativa porta il soggetto verso la condizione di deviazione eso sia a distanza infinita che finita. L’associazione di errore refrattivo marcato con un rapporto AC/A medio o elevato può creare uno squilibrio convergente e rendere difficoltosa la visione binoculare, causando uno strabismo accomodativo che può trovare soluzione con la correzione positiva con lenti convergenti.
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