La convergenza e le anomalie accomodative.

La convergenza è un movimento estremamente comune. Essa è una vergenza orizzontale che permette la visione di un oggetto vicino e quindi ad una distanza finita. La divergenza è il movimento opposto che permette invece la visione di un oggetto in lontananza.
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Quando si osserva a breve distanza, oltre alla convergenza si manifestano altri due fenomeni: accomodazione e miosi pupillare.
– L’accomodazione è il processo che permette di formare sulla retina immagini a fuoco di oggetti posti a distanza finita attraverso il cristallino.
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– La miosi è il fenomeno di riduzione del diametro pupillare.
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L’insieme di questi tre elementi è detto triade prossimale.

In generale la convergenza corrisponde al risultato di tre componenti:
psichica : causa la coscienza della vicinanza dell’oggetto e induce la convergenza volontaria;
fisiologica : è responsabile dello stato di convergenza tonica (solo quando la fusione viene interrotta gli occhi si portano nella posizione di riposo fisiologica);
accomodativa : si associa alla sforzo accomodativo indotto dall’attività innervativa.

Il legame tra accomodazione e la relativa convergenza accomodativa espresso come rapporto AC/A risulta essere molto importante. Esso esprime la quantità di convergenza accomodativa indotta da una quantità di accomodazione o meglio,di stimolo accomodativo.
Esiste anche il rapporto CA/C (accomodazione di convergenza / convergenza) che valuta invece come la convergenza causa accomodazione.

Il punto prossimo di convergenza o PPC è il punto più vicino a cui gli occhi possono convergere, mantenendo una visione singola, seppur sfuocata. In media esso risulta essere minore di 8 cm dalla radice del naso.
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Le anomalie accomodative hanno notevole influenza sulla binocularità e sono direttamente correlate alla convergenza. Di seguito le cause più comuni.
Affaticamento accomodativo dovuto ad errore refrattivo
Astenopia, arrossamento e lacrimazione sono sintomi che si presentano spesso in presenza prevalentemente di ipermetropia in quanto l’accomodazione si mantiene sempre attiva per correggere costantemente l’errore refrattivo. La correzione positiva e maggiori tempi di riposo visivo risolvono tale problema. Nella miopia invece vi è un ridotto esercizio accomodativo.
Disturbi accomodativi e rapporto AC/A
Un rapporto AC/A anomalo può indurre problemi di vergenze; infatti se tale rapporto risulta essere alto può indurre una deviazione degli occhi verso l’interno, mentre se è basso verso l’esterno. Nel primo caso l’utilizzo di lenti positive possono ridurre tale problema.
Errori accomodativi muscolari o dinamici
L’insufficienza accomodativa è una riduzione dell’ampiezza accomodativa non proporzionale ai valori medi in funzione dell’età. E’ comune nei giovani adulti e negli ambliopi. Si manifesta con astenopia, difficoltà nella visione prossimale, eccesso di convergenza (rapporto CA/C elevato). Si può migliorare tale situazione con la riabilitazione e , come succesiva possibilità,lenti positive da vicino.
Paralisi accomodativa
La paralisi dell’accomodazione si presenta associata alla paralisi del III nervo cranico, a vari tipi d’infiammazione del muscolo ciliare, glaucoma, traumi ed altre condizioni. Spesso si realizza una correzione prossimale temporanea.
Spasmo o eccesso accomodativo
Uno spasmo accomodativo induce pseudomiopia, ovvero la visione è disturbata in modo discontinuo e peggiorata dalla visione prossimale. Esso spesso è confuso con una forma d’inizio della miopia ma la correzione con lenti negative può peggiorare la situazione. Un buon rimedio consiste nella riabilitazione accomodativa.

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